venerdì 8 dicembre 2017

Di Marilyn Manson e anni che passano


Ho visto, con curiosità, l’intervento di Marilyn Manson alla prima puntata del programma “Music” di Paolo Bonolis. Il cantante “satanico” è uno dei primi che mi è piaciuto, tra quelli che seguo ancora adesso (eliminando, quindi, alcuni “amori giovanili” come i Green Day), e già 16 anni fa, nel 2001, dovevo andare a un suo concerto, quello di Marino, nei pressi di Roma.
Al tempo uscivo spesso con alcuni amici e facevo l’alba a Napoli (ne ho parlato ad esempio qui). Uno di questi, batterista di un gruppo punk che seguivo, si era procurato i biglietti per il concerto romano di Marilyn Manson e avrei potuto procurarmene uno anche io. Non ci riuscii, con sommo dispiacere, ma come venni a sapere il giorno successivo il concerto non era andato bene. Problemi di strumentazione, a quanto pare, e Manson col suo gruppo chiuse in fretta la data con un “The Beautiful People” che sapeva tanto di playback, per i problemi sopra citati.
Nel giugno del 2005, riuscii finalmente a coronare questo sogno, con un concerto milanese, al Filaforum di Assago. Ho trovato la serata integrale su Youtube (postata in due parti), se vi interessa. Questa volta, non c’erano altri con cui andare, ma non mi persi d’animo e mi misi da solo in treno la mattina del concerto. Fu un bel pomeriggio, conobbi alcuni ragazzi e, spostandoci verso il palazzetto, si unirono a noi alcune ragazze “eccitate” dall’imminente serata. Passammo qualche rilassante e piacevole ora nei pressi del palazzetto, in attesa che si aprissero i cancelli. Alla fine, il mio gruppo improvvisato attese troppo per andare in stazione, non trovammo treni e passammo parte della notte in giro per Milano, tra le bestemmie di un pub nel quale entrammo quasi alle due di notte pretendendo di mangiare. Dimenticavo: tranne me, sia i ragazzi che le ragazze erano truccati alla Manson, quindi il bel gruppo era anche parecchio inquietante. Io avevo “solo” la maglietta d’ordinanza col suo faccione cadaverico e qualche bracciale e anello sparso.
Quando fu chiaro che avremmo trovato tutto chiuso, andammo a dormire in stazione e attendemmo l’alba per prendere i rispettivi treni. Con uno dei ragazzi sono rimasto in contatto per diversi anni, andando anche a trovarlo a casa sua per qualche giorno tranquillo e qualche notte all’insegna delle feste folli.
Facciamo un salto di 12 anni: una mia amica, più giovane, mi ha detto che attende la nuova data italiana del Reverendo per andare a vederlo dal vivo. All’inizio ho pensato che avrebbe visto un Marilyn Manson irrobustito e invecchiato, ma poi ci ho pensato su: quando andai al concerto del 2005, pensai che avevo perso troppo tempo e non era più il Marilyn Manson di una volta, quello di “Antichrist Superstar”, ma il concerto, vissuto rigorosamente in seconda-terza fila (la prima era inarrivabile, ma il pogo selvaggio era migliore subito dopo la prima fila avvinghiata alle transenne), fu comunque magico. Quindi, sì, Manson è invecchiato, tutti invecchiamo, ma vederlo con Bonolis è stato piacevole, e penso che per questa mia amica sarà un momento magico comunque, anche vedere in concerto un cantante quasi cinquantenne, ancora tra le icone del rock satanico, perché al centro di tutto ci sarà la sua musica. E poi, diciamocelo, richiama le stesse critiche di allora semplicemente perché Gianni Morandi decide di farsi un selfie assieme al “seguace di Satana”, quindi è ancora più che in forma.